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Comunicato Stampa Convegno 7 maggio

“L’anima della birra: orzo e malto nella filiera brassicola. Una fotografia rappresentativa del settore”.

[…]  Un vecchio detto inglese recita: “Il malto è l’anima della birra”. Difficile non credergli visto che rappresenta la sostanza e la fondamentale base zuccherina per scatenare la fermentazione.

Cervisia organizza venerdì 7 maggio 2021 una giornata di discussione e approfondimenti in videoconferenza dal titolo “L’anima della birra: orzo e malto nella filiera brassicola. Una fotografia rappresentativa del settore”. Durante il Convegno verrà presentato ufficialmente il Comitato Scientifico dell’Associazione e tutti i suoi membri. E’ previsto l’intervento dei più importanti esperti e professionisti del settore. L’evento si svolgerà in videoconferenza Zoom dalle ore 15 alle 18.

L’idea di un confronto sul tema dedicato agli addetti ai lavori parte dalla basilare considerazione che è necessario elaborare un quadro chiaro della situazione italiana in tema di filiera brassicola e capire cosa si può e si dovrà fare in un futuro ormai imminente” – sostiene il Direttore Generale di Cervisia Dott.ssa Francesca Borghi.

Oltre ad aprire nuovi birrifici – processo che deve necessariamente essere accompagnato dall’aumento di bevitori e dei relativi quantitativi di prodotto – è forse più necessario aiutare lo sviluppo di aziende che si occupano di comparti della filiera, ciascuno specializzato in un pezzo definito della catena produttiva (luppolo, orzo e birra) – senza affannarsi in progetti lunghi e dispendiosi”. E’ quanto sostiene il Dott. Roberto Muzi, esperto di settore e membro del Comitato Scientifico di Cervisia, promotore dell’evento.

Parlare di birra agricola senza affrontare il tema cruciale dei cereali potrebbe essere un limite non indifferente per la produzione. “Sapere di birrai che vanno a raccogliere le mele di cultivar neglette nei terreni abbandonati dei nonni o che sviluppano ricette con grani “crudi” da varietà antiche – aggiunge Muzi – è un’ottima notizia, ma rischia di rimanere uno splendido dettaglio se non ci concentriamo sull’orzo e sul malto, visto quanto incidono (in quantità e qualità) in una ricetta”.

Dato il numero non esiguo di birrifici agricoli in Italia (circa 200), ci sembrava da tempo necessario fare un po’ di ordine sull’argomento ed evidenziare i punti di vista di tutti coloro che sono parte attiva della catena produttiva, analizzando queste esperienze e ascoltando quali sono i problemi che si incontrano e le soluzioni possibili”. In conclusione possiamo dire che “contestualizzando le attività all’interno dei dispositivi di legge (come il D.M. n. 212/2010) e attraverso l’imprescindibile cornice di attenzione all’impatto ecologico” – come ci riassume il Direttore Borghi -, “cercheremo di approfondire le peculiarità delle singole parti di questo insieme articolato, per il miglioramento del lavoro, al fine di arrivare a una filiera dell’orzo e del malto efficace e virtuosa. Chissà se alla fine, in prospettiva, anche noi saremo in grado di vantare orzi cru come Moravia e Maris Otter o nuove tipologie di malti”.

Link di prenotazione all’evento: https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZUuceuvrT4iHtYPchX4nOwmP1DjPe_tVsSt 

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Auguri per il nuovo anno che verrà.-

di Area Comunicazione

Cari associati, amici e sostenitori, 

stiamo per finire un anno, il 2020, che è stato tutto tranne che un anno normale, che ha segnato in modo significativo e doloroso non solo le sorti di tutta la filiera brassicola e agroalimentare ma dell’intero Paese con la diffusione della pandemia da Covid-19, con una prima fase tra febbraio e aprile e una seconda ripartita a ottobre e ancora in corso.

Stiamo tutti combattendo una sorta di guerra subdola e invisibile che non fa sconti a nessuno e che sta minando le basi morali ed economiche della nostra società.

Purtroppo tanti dei nostri associati e amici sono stati toccati dal virus a livello personale ma anche e soprattutto a livello economico. Il comparto della ho.re.ca., l’anello più debole di tutta la filiera, è stato il più colpito e di riflesso ugualmente i produttori hanno risentito il duro contraccolpo di questa inaspettata crisi.

Anche in questa occasione Cervisia ha mostrato la sua presenza con tutte le forze a disposizione, dando sostegno a tutti coloro che si sono trovati a doversi scontrare con la burocrazia, con i decreti e i DPCM mai chiari e che non hanno assegnato gli adeguati indennizzi alle attività del settore.

Ai nostri collaboratori, ai sostenitori e agli amici professionisti va il nostro grazie più sincero: insieme abbiamo dato e stiamo dando un supporto a chi ha necessità e si sente spaesato nel complesso di norme giuridiche e attività pratiche, alle istituzioni e alle amministrazioni affinchè comprendano le esigenze legate al lavoro e all’impresa, a tutti coloro che ci hanno chiesto man forte nelle battaglie etiche e di ripresa.

Abbiamo dovuto rinunciare a ciò che avevamo in programma per quest’anno, agli incontri in presenza e ai tradizionali appuntamenti legati alla raccolta del luppolo e agli eventi birrari senza però trascurare i momenti di dibattito e confronto on line e alle piccole riunioni nei rari momenti che ci sono stati concessi. Questo non ci ha impedito di seguire le attività che già avevamo avviato e vedere arrivare a mèta la legge Regionale del Lazio sulla birra artigianale, gli incontri formativi con i giovani che si affacciano al mondo brassicolo e ai nostri workshop su come si costruisce una filiera e sulle nuove tecnologie.

Torneremo a ritrovarci e a condividere insieme ciò che di più bello esiste nel mondo brassicolo di filiera, capaci di recuperare la forza e lo stimolo per perseguire i nostri obiettivi legati anche alla memoria di ciò che è accaduto e alla solidarietà per un futuro migliore.

Voglio chiudere questa lettera aperta con un atto di speranza e di fiducia affinchè possiamo tutti insieme mettere al più presto la parola fine a questa pandemia e auguro a tutti gli aderenti a Cervisia, alle loro famiglie, al Consiglio Direttivo, al Comitato Scientifico, a tutti i collaboratori, agli amici un Natale di calma e un sereno 2021. Raccogliamo le forze e l’energia per la ripresa. Ce la possiamo fare!

Con un forte abbraccio il vostro Presidente.

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Legge Regionale sulla birra artigianale del Lazio.-

di Area Comunicazione

Siamo arrivati a meta!

Apprendiamo con grande soddisfazione che ieri, dopo due lunghi anni di lavoro, è stata approvata all’unanimità la Legge Regionale del Lazio sulla #birraartigianale. Siamo stati tra i primi a supportare e a presentare il progetto di legge che pone grande attenzione alla #filiera locale, incentivando la produzione in zona delle materie prime fondamentali come #orzo e #luppolo che oggi, in gran parte, vengono importate. La nuova norma prevede, tra le altre cose, la redazione di un #disciplinare di produzione della birra artigianale da parte degli stessi produttori. Saranno loro quindi a definire le modalità produttive e cosa potrà rendere unico questo prodotto e diverso dalle altre birre artigianali. Dopo questo primo passo, ci aspetta dunque un altro lungo lavoro a fianco dei produttori e, per questo motivo, chiederemo alla Regione l’apertura di un tavolo tecnico permanente che possa valorizzare la filiera #brassicola e agroalimentare laziale. A breve verrà pubblicato il testo coordinato sul Bollettino Regionale.
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COMUNICATO STAMPA. Decreto Ristori: provvedimento inadeguato e insufficiente per la filiera.-

di Area Comunicazione

Roma, 29 ottobre 2020
COMUNICATO STAMPA

Decreto Ristori: provvedimento inadeguato e insufficiente per la filiera.- 
Il DPCM del 24 ottobre e il conseguente Decreto Legge sui ristori per le categorie più colpite dal parziale lockdown rischiano di aggravare la situazione già precaria di tutta la filiera brassicola e agroalimentare con un rischiosissimo ulteriore calo dei fatturati del 70%. 
“Come Associazione di categoria” sostiene il Presidente Francesca Borghi – “riteniamo che i provvedimenti del Decreto Ristori non siano adeguati e sufficienti a fornire un giusto “ristoro” agli attori della filiera. Serve un vero e proprio risarcimento per scongiurare la chiusura di molte attività. Occorre, a nostro modesto avviso, un piano lungimirante di sviluppo che possa traghettare il comparto fuori dalla crisi, che getti le basi per una ripresa veloce e stabile partendo dal sostegno al lavoro fino ad arrivare agli incentivi alla produzione e al commercio, da introdurre il prima possibile”. Aggiunge Borghi che “i rapporti di filiera sono complessi e lo stop repentino di tutta la parte Ho.re.ca. ha una ricaduta destabilizzante per tutto l’indotto dell’agroalimentare. E’ il momento della responsabilità e delle scelte concrete e se la filiera deve restare al centro, daremo il nostro supporto a tutto il comparto della ristorazione iniziando con il condividere le iniziative di MIO Italia e di Italian Hospitality Network il 2 novembre a piazza del Popolo a Roma e successivamente inviando alle istituzioni nazionali e locali le nostre proposte da mettere subito in campo”. 
“Ci troviamo nuovamente ad affrontare uno stop alla ristorazione che si ripercuote sulla produzione e soprattutto sulla vendita di birra artigianale già pronta e ferma nei magazzini, per la quale, nella maggior parte dei casi, si sono già pagate materie prime, accise e spese” – dichiara Silvia Amadei, Direttore Operativo dell’Associazione e titolare di birrificio e azienda agricola. “Al termine del primo lockdown la ripresa è stata minima a causa dell’assenza di festival e manifestazioni nel periodo estivo, situazione aggravata dagli acquisti oculati da parte di pub, beershop e ristoranti che sono riusciti nonostante tutto a riprendere l’attività scampando la chiusura o che, per mancanza di liquidità, hanno deciso di cambiare l’offerta a favore di prodotti industriali dal prezzo minore”. 
E ancora, ribadisce Amadei “la situazione attuale era purtroppo prevedibile ma non del tutto arginabile per gli attori della filiera agricola e brassicola che hanno comunque investito tempo e denaro nei mesi scorsi per la coltivazione, la raccolta e la lavorazione di orzo e luppolo e di cui hanno e avranno nei prossimi mesi difficoltà nella vendita e/o nell’utilizzo per la produzione di birra, ridotta se non bloccata. Sedersi ad un tavolo in orario serale, regolarmente distanziati, non può essere considerato motivo di assembramento specialmente se paragonato alla situazione quotidiana che vive chi utilizza i trasporti pubblici nelle città dove il problema del sovraffollamento c’è da prima del Covid. Per chi produce birra non si tratta solo di lavoro, la passione per il prodotto accomuna tutti gli attori della filiera e grazie anche a questo so che ancora una volta andremo avanti. Esiste la volontà di ognuno di noi di non bloccare le nostre attività e di riflesso tutto il settore. Ma dobbiamo fare anche un appello – conclude Amadei – ai consumatori: comprate italiano, comprate il vostro prodotto locale e sostenete la filiera della birra e dell’agroalimentare. Tuteliamo insieme le nostre eccellenze per uscire da questa profonda crisi più forti di prima”. 
CERVISIA Relazioni esterne – info@cervisiassociazione.it